Morte Raisi, dolore a cerimonia funebre, satira all'estero

Secondo l'Islam la sepoltura e il funerale devono svolgersi entro 24 ore dalla morte. E così le prime celebrazioni per il presidente Ebrahim Raisi e del Ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian hanno preso il via a Tabriz, nella regione dell'Azerbaigian orientale, la più vicina città al luogo dell'incidente aereo. Fin dalle prime ore del mattino le vie si sono riempite di sostenitori del regime che sfilano brandendo le foto dei martiri. Ahmed addirittura dice di essere in strada dal pomeriggio del giorno prima, di non aver dormito nella speranza che giungesse la notizia della salvezza di Raisi, e poi, quando è giunta la conferma della sua morte, di esserne rimasto devastato. Javad tesse le lodi dell'ex presidente descrivendolo come molto popolare e attento agli interessi di tutta l'area. Si prendeva cura e lavorava per la gente. Più pragmatico Mohammadi che si augura un nuovo presidente capace e che sappia rispondere alle preoccupazioni della popolazione. E poi aggiunge che il futuro sarà luminoso e si dice certo che non ci saranno problemi. Certo tra chi partecipa ai funerali pubblici di uno dei massimi esponenti del vertice iraniano è pressoché impossibile trovare voci del dissenso. L'impressione semmai è che tanta contrizione sia a favore di telecamera e che se si vuole cercare una voce dissonante sia necessario andare altrove. Un altrove molto lontano, come Parigi, che ha dato asilo alla fumettista e regista Marjane Satrapi che su Instagram commenta la scomparsa di Raisi con una vignetta che non deve essere spiegata. Più che la battuta, in cui si augura che Raisi continui a bruciare all'inferno, colpisce la chioma ribelle della ragazza che accompagna una musica immaginaria. I capelli come forma di ribellione che si stringono e avvolgono nelle spire di una lunga treccia l'elicottero del presidente iraniano. Questa l'immagine che l'attrice e cantautrice Golshifteh Farahani sceglie come dedica alla scomparsa di Raisi, con un semplice "no comment". Anche qui però non è semplice: se è vero che per le vie di Tabriz oggi è impossibile trovare oppositori, è anche vero che all'estero esiste solo la dissidenza. Una dissidenza che per ora ha parlato disertando le urne: solo un misero 42% degli elettori infatti si è recato alle urne per eleggere il presidente Raisi.