Le rivelazioni del quotidiano americano New York Times sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, ad opera di un gruppo pro-ucraina, escono nelle stesse ore in cui altri due media tedeschi, diffondono dettagli riguardo alla manomissione delle condotte sottomarine, che dalla Russia attraverso il Mar Baltico portano, o meglio dire portavano, il gas russo in Germania e, dunque, in Europa. Secondo la ricostruzione tedesca, un gruppo di sommozzatori esperti, composto da cinque uomini e una donna, ha noleggiato uno yacht di nazionalità polacca, per arrivare sul luogo dell'attentato. Non ci sono certezze sulla nazionalità degli agenti sabotatori, agli atti ci sarebbero passaporti ucraini e russi. Nel rimpallo di accuse, tra Mosca e Washington, sull'esplosione dei gasdotti, all'epoca dei fatti già chiusi per via delle sanzioni, ci sono tre indagini ufficiali in corso, i cui risultati non sono ancora disponibili, ricorda il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, mentre la fonte dell'amministrazione USA citata dal New York Times, afferma che non ci sono collegamenti tra il gruppo di sabotatori e i vertici governativi o militari ucraini, Mosca, per bocca del portavoce del Cremlino, definisce le ultime rivelazioni depistaggi, un tentativo di distogliere l'attenzione, diffondendo notizie senza un'indagine ufficiale. Mosca lamenta l'esclusione dalle indagini europee e chiede l'intervento delle Nazioni Unite per un'indagine indipendente. Intanto, il segretario generale dell'ONU, Guterres, è a Kiev per assicurarsi un prolungamento dell'accordo sull'export del grano, mentre infuria ancora la battaglia per Bakhmut. 4 mila i civili intrappolati tra i due fronti, Kiev ordina l'evacuazione dei minori in mezzo alle due linee del fronte, ad Est i russi, che rivendicano la metà della città e a Ovest gli ucraini, che non mollano e rafforzano le posizioni. Mentre il capo dei mercenari russi della Wagner, chiede supporto a Mosca e ribadisce, che a Bakhmut, ci sono ancora tra i 12 e i 20 mila soldati ucraini.