Si intensifica l'attività diplomatica per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina e si fanno serrati anche botta e risposta a distanza, a volte contrastanti. Zelansky attende con ansia l'arrivo a Kiev il 20 febbraio dell'inviato USA Kellog, reduce dall'incontro previsto a Monaco tra una settimana con gli alleati per discutere del piano di pace di Trump. Da parte sua, L'Ucraina è convinta che il presidente americano riesca a costringere Mosca alla trattativa. E il leader ucraino, dopo mesi di inflessibilità, non solo ha detto di essere pronto ad un incontro con Putin, ma ha aperto alla possibilità di un corridoio umanitario nel Kursk per lasciare passare i civili diretti in Russia. E proprio dal Kursk, intanto, a causa delle pesanti perdite subite finora, si ritirano i nordcoreani, almeno temporaneamente. Sul piano diplomatico, il Cremlino alterna diffidenza e cautela. Tralascia però toni minacciosi e ripete, siamo sempre stati favorevoli a una trattativa, ma non c'è nulla di concreto. In ogni caso, un accordo deve arrivare come risultato di negoziati. L'incontro tra Putin e Trump potrebbe avvenire entro marzo e non è casuale la tempistica dell'ultima dichiarazione USA. Trump è pronto a raddoppiare le sanzioni USA alla Russia per porre fine alla sua guerra. Lo dice chiaro e tondo Kellog, aggiungendo che sia Kiev che Mosca dovranno fare delle concessioni per porre fine alle uccisioni causate dal conflitto. Nel frattempo, nei paesi baltici cade l'ultima eredità dell'era soviet. Da sabato, Estonia, Lettonia, Lituania si disconnetteranno dalla rete energetica russa e domenica 9 febbraio si uniranno al sistema comune energetico europeo. La Russia non potrà più usare energia come strumento di ricatto. Così scrive in un tweet, l'alta rappresentante dell'Unione Europea, Callas. Una vittoria per la libertà e l'unità europea. .