La seconda fase della guerra in Ucraina colpisce sul campo ma anche la diplomazia. Mosca ha espulso oltre 40 diplomatici europei (belgi, olandesi, austriaci), come ritorsione per le misure simili adottate contro i suoi inviati in seguito all'invasione dell'Ucraina. Gli ultimi giorni hanno visto la diplomazia faticare e di certo non aiutano le posizioni espresse da vari esponenti vicino a Putin, a cominciare dal numero due del consiglio di sicurezza nazionale Medvedev, che è ritornato sul rafforzamento dei confini della NATO con la Russia. "Non è più un'ipotesi", ha detto, "dunque Mosca dev'essere preparata a una possibile azione aggressiva". Contro Europa e Stati Uniti, poi, ha puntato il dito il Ministro della Difesa russo Shoigu: "Se la guerra si sta allungando", ha detto, "è colpa delle che forniscono a Kiev". In mezzo restano i civili, intrappolati o deportati. Anche se, per la Russia, si stanno adottando misure per riportare la vita alla normalità. "Una normalità che è stata cancellata per gli ucraini da ormai due mesi. Sono quasi 5 milioni le persone che hanno lasciato il paese. 2 milioni e 800 mila sono ospiti qui in Polonia, tante proprio a Varsavia, nella capitale. Ospiti di amici, di parenti, delle strutture di accoglienza ma anche di tante famiglie che hanno messo a disposizione la loro casa": La Polonia è impegnata più di ogni altro paese europeo nella assistenza umanitaria ai profughi di questo conflitto. Il sostegno portato dal primo ministro polacco sono questi moduli abitativi d'emergenza, che formeranno la prima delle città modulari in costruzione per gli sfollati. Qui siamo a Leopoli e in questi prefabbricati troveranno riparo 350 persone fuggite dalla guerra.























