Il processo per l'ingresso di un nuovo Stato nella Nato è previsto dall'articolo 10 dell'Organizzazione ed è stato normato nel 1999 con il Membership Action Plan ovvero il Piano d'azione per l'adesione. Questo è comunque subordinato a due condizioni imprescindibili: la Nazione candidata deve essere uno Stato europeo, le Nazioni già presenti all'interno del trattato del Nord Atlantico devono accogliere un nuovo membro all'unanimità. Basterebbe quindi il no di un solo Paese per bloccare la possibilità della Finlandia e della Svezia di accedere alla Nato. Anche l'Italia potrebbe giocare un ruolo decisivo in questo senso viste anche le fibrillazioni all'interno della maggioranza di Governo, la Costituzione italiana prevede infatti che sia il Parlamento a ratificare i trattati internazionali, ambito a cui appartengono le decisioni relative alla Nato. In sintesi: se Camera e Senato non approvassero a maggioranza l'ingresso della Finlandia e della Svezia nel Patto Atlantico questo verrebbe bloccato. Se invece tutto filasse liscio, in Italia e nel resto del Vecchio Continente, l'adesione di due Stati di così alto calibro sarebbe sicuramente un cambiamento storico per l'intera comunità atlantica. Infatti, la dottrina strategica dell'Alleanza ha sempre avuto come propria area di interesse l'Europa Orientale, l'ingresso di Helsinki e Stoccolma ne modificherebbe l'orientamento, focalizzandola principalmente sull'area del Baltico che diventerebbe il nuovo nucleo geopolitico non solamente della Nato ma anche degli equilibri europei.