È finita con la Russia che pretende le scuse dalla Polonia e da tutti coloro che l'hanno accusata di aver sparato lei il razzo che ha colpito il territorio polacco, uccidendo due persone. Mosca ha convocato l'ambasciatore di Varsavia dopo che nelle prime ore successive all'incidente, era stata la Polonia a convocare il rappresentante russo. Ormai però, sia polacchi, che NATO e americani, confermano l'ipotesi che a cadere oltre confine, sia stato un razzo della difesa antimissile ucraina, e il Segretario Generale della NATO Stoltenberg, di fatto scagiona Mosca da ogni accusa. "Non abbiamo indicazioni, che questo è stato il risultato di un attacco deliberato e non abbiamo indicazioni che la Russia sta preparando un'offensiva militare contro la NATO". Il Cremlino fa sapere di avere apprezzato la misura con cui Stati Uniti e Alleanza Atlantica hanno reagito all'incidente, senza puntare subito il dito contro la Russia. Del resto, qui a Bruxelles, al quartier generale NATO e in altre cancellerie, si era all'inizio diffusa la paura di trovarsi di fronte ad un casus belli, magari non voluto, ma potenzialmente dagli effetti devastanti. Venuta meno l'ipotesi del colpo diretto sparato da Mosca, rimane la condanna per la pioggia di razzi caduta sull'Ucraina, che indirettamente ha causato l'incidente e rimangono le accuse incrociate dei due Stati belligeranti, con la Russia che accusa Kiev di aver tentato la via dell'escalation; e l'Ucraina che chiede alla Polonia di poter analizzare lei il luogo colpito, per compiere i suoi rilievi e le sue indagini.























