Corpi recuperati in mare, donne e bambini che hanno provato a cambiare vita, ma ancora una volta, invece, hanno trovato la morte. Continuano le operazioni al largo della Tunisia e i numeri aumentano, un bilancio che cresce e porta a galla altre morti. Dopo giorni dal naufragio, vicino a Sfax, a poche miglia dalla costa tunisina, sono stati recuperati i corpi di bambini di tre o quattro anni di origine subsahariana. Viaggiavano soli o con le mamme, in qualche caso con i padri, ma sono stati ritrovati ancora pochi uomini. Il barcone si è rovesciato e per le 53 persone a bordo non c'è stato scampo. Le operazioni di recupero vanno avanti ormai da giorni, alla ricerca dei migranti messi in mare da quell'organizzazione libico tunisina che, ormai da alcuni mesi, fa arrivare via terra, al confine con la Tunisia, carovane di persone già detenute nei lager libici per farli poi partire verso l'Italia, su barche di legno di fortuna, guidate da tunisini. E purtroppo, a bordo, vengono caricati molti bambini, spesso soli, perché per le famiglie due viaggi non sono possibili, non se li possono permettere e preferiscono dare ai piccoli una chance che spesso – però – si traduce in una condanna a morte.