"Eravamo in 2.500 ad aspettare, seduti nell'anfiteatro, quando un uomo tra il pubblico si è alzato e si è diretto verso il palco. Lì ha iniziato a prendere a pugni o a pugnalare lo scrittore che era appena stato presentato. Non era del tutto chiaro come lo stesso aggredendo, ma una cosa era certa: il sangue ha iniziato a spargersi tutt'intorno." Questo è il racconto dell'aggressione a Salman Rushdie, lo scrittore indiano sotto protezione da oltre 30 anni, nelle parole di un giornalista testimone di quegli attimi di paura. È successo tutto nel giro di pochissimi istanti. Rushdie si trovava a New York per un incontro letterario, quando un 24enne del New Jersey, Hadi Matar, gli si è scagliato contro con un coltello, colpendolo al collo e all'addome. Lo scrittore di 75 anni era stato invitato nella cittadina di Chautauqua proprio per tenere un discorso sulla libertà di espressione. Salman Rushdie è infatti autore dei Versetti Satanici, un libro che è stato bandito in Iran nel 1988 proprio perché considerato blasfemo e dopo il quale, sulla sua testa, pende una taglia da 3 milioni di dollari. È proprio questa vicinanza allo Stato dell'estremo Medio Oriente, a poter essere il centro del movimento che avrebbe scatenato l'ira dell'aggressore. Secondo le prime indagini della polizia infatti, Matar avrebbe simpatia per le autorità iraniane e avrebbe pubblicato più volte sui social-media, messaggi di supporto al Paese e all'estremismo sciita. Si attendono però ancora conferme sul motivo del gesto. Intanto Rushdie, dopo una lunga operazione, rischia di perdere un occhio e ha i nervi di un braccio recisi, oltre al fegato danneggiato.