Sono le 6:00 del mattino, ora locale, quando una decina di agenti federali in borghese entrano nella residenza ufficiale del sindaco di New York, Eric Adams, per una perquisizione, che l'avvocato del primo cittadino ha definito un "tentativo di fare spettacolo per prendere un telefono che avremmo consegnato". Di fatto, Adams è il primo sindaco in carica della città ad essere incriminato di reati penali federali: tangenti, frode e finanziamenti esteri illegali, le accuse a suo carico. Il risultato di un'indagine, avviata nel 2021, per stabilire se durante la campagna elettorale, l'ex poliziotto avesse ricevuto donazioni illegali dal governo turco in cambio del via libera al nuovo consolato di Ankara a New York, nonostante i timori per la sicurezza dell'edificio. Un'incriminazione che arriva, per Adams, dopo settimane complicate che hanno visto un'ondata di defezioni nella sua amministrazione e quattro indagini che coinvolgono lui e il suo entourage, un numero senza precedenti nella storia moderna della città. "Sono innocente mi batterò con tutte le mie forze", ha detto il primo cittadino, che non intende dimettersi. "È un giorno doloroso", dice alla folla che lo attende, e ai newyorkesi chiede di sentire la sua difesa prima di esprimere un giudizio. "Continuerò il mio lavoro e mi difenderò", promette. E mentre a chiedere le sue dimissioni è la stessa deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez, sono diversi a guardare con interesse alla sua poltrona. Uno fra tutti l'ex governatore Andrew Cuomo, dimessosi dopo lo scandalo per molestie sessuali per cui si è sempre dichiarato innocente, che secondo alcune fonti avrebbe ventilato questa ipotesi già prima dell'incriminazione di Adams.