La pace per un Paese sotto attacco non può essere raggiunta deponendo le armi, altrimenti sarebbe occupazione. Queste le secche parole di Oleksandra Màtviychuk vincitrice Ucraina del Nobel per la Pace. Il popolo ucraino vuole la pace più di chiunque altro al mondo, ha aggiunto la Direttrice del centro per le libertà civili. Parole dure anche da parte del premio Nobel per la Pace russo, Jan Rachinsky, Presidente della ONG Memorial: la guerra di Putin è folle e criminale, ha detto nel suo discorso durante la cerimonia a Oslo. Sul campo Intanto le truppe russe avanzano nel Donbass, mentre duri combattimenti hanno colpito a est Kharkiv. Senza luce invece la città meridionale di Odessa in seguito all'attacco notturno dei droni kamikaze russi, garantita comunque la corrente nelle Infrastrutture essenziali. Da parte sua il Segretario generale dell'Alleanza Atlantica Stoltenberg non nasconde la sua preoccupazione che i combattimenti in Ucraina possano trasformarsi in una guerra tra Russia e NATO, per questo ammonisce: non c'è dubbio che una guerra vera e propria sia una possibilità, se le cose vanno male, possono mettersi terribilmente male. Stiamo lavorando, ogni giorno, per evitarlo. Sul fronte diplomatico lo stallo è totale, da una parte le pseudo aperture di Mosca condite da minacce nucleari e da martellamenti sul terreno, dall'altra la posizione invariata di Kiev che rimarca: non è ancora il momento della mediazione, non ci può essere pace, ribatte Zelensky, senza il ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Dobbiamo restituire la bandiera ucraina a tutte le città del Paese.























