Di certo, almeno formalmente, sarà un cambiamento storico per l'Irlanda del Nord. Ma non è detto che porti poi a modifiche sostanziali nella vita della popolazione, né soprattutto all'unione con il resto dell'isola tanto desiderata da chi ha combattuto la guerra civile. Dopo la fine dell'impasse politica deciso dagli unionisti, a guidare il nuovo Governo regionale sarà infatti per la prima volta lo Sinn Fein, il partito indipendentista di Sinistra che alle elezioni del 2022 aveva per la prima volta guadagnato la maggioranza relativa. In base agli accordi di pace del Venerdì Santo 1998, che prevedono che l’Irlanda del nord venga guidata da un Governo in cui sia cattolici che protestanti sono rappresentati, i due partiti, unionisti e repubblicani, devono però avere un peso paritario. Per cui la presidente dello Sin Feinn Mary Lou Mc Donald sarà alla guida della regione come First Minister, ma il leader del Dup Donaldson sarà formalmente vicepremier, con poteri quasi identici e soprattutto con diritto di veto. Dunque è molto difficile dire se la salita al potere per la prima volta dello Sinn Feinn, che durante gli anni di guerra civile era in sostanza l’organo politico dell’IRA, possa portare presto o tardi a quel referendum per l’unione delle due irlande che il partito tradizionalmente vede come necessaria. Anche perché negli ultimi anni non sono mancate le critiche allo Sin Feinn da parte degli indipendentisti più radicali, che hanno attaccato il partito per una politica troppo collaborazionista con gli Unionisti e con la Gran Bretagna.