Dramma, desolazione, catastrofe. Su tutti i giornali francesi campeggiano la cattedrale in fiamme e il senso di smarrimento. Il recupero e la ricostruzione sono ora il pensiero comune. La promessa di fondi sollecitata dal Presidente Macron arriva da ogni parte del mondo. Iniziano le grandi case di moda. La famiglia Pinault, a capo di Kering, il gigante del lusso che controlla tra gli altri Gucci e Balenciaga, ha risposto subito all'appello annunciando la donazione di 100 milioni di euro per finanziare la ricostruzione. Poche ore dopo altro big del lusso, il gruppo a capo di grandi marche come Fendi, Bulgari, Kenzo e Loro Piana ha risposto rilanciando e raddoppiando. 200 milioni di euro. Insomma, la corsa è iniziata. L’Ile de France, la Regione di Parigi, ha stanziato 10 milioni di euro. Anche gli Stati Uniti si sono attivati. L'organizzazione che ha sede a New York dedita alla conservazione dei tesori architettonici culturali francesi ha lanciato una raccolta di fondi e sulla piattaforma di crowdfunding GoFundMe sono state create in tutto il mondo più di 50 pagine che raccolgono donazioni da chiunque e di qualsiasi entità. Anche l'associazione amici di Notre-Dame de Paris si muove e promuove una raccolta. Secondo il Presidente ci vorranno circa 150 milioni di euro per la ricostruzione, ma in realtà è troppo presto per fare un bilancio. Quel che è certo è che ci vorranno soldi e tempo.