Eccessive e scandalose. Così la guida suprema iraniana definisce le richieste avanzate dagli Stati Uniti sull'arricchimento dell'uranio. L'Ayatollah Ali Khamenei ritiene che i colloqui sul nucleare con Washington non porteranno ad un nuovo accordo, smentendo le dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana dal Presidente Trump, secondo cui Teheran aveva in un certo senso accettato i termini di un'intesa. E ora non ci sarà più nessun incontro, perché l'Iran ha fatto saltare il tavolo delle trattative dicendo no alle richieste americane di interrompere la produzione di uranio arricchito, materiale utilizzato anche per produrre armi nucleari. Il Paese ha sempre sostenuto che le sue attività nucleari fossero pacifiche e che non avrebbe mai sviluppato nessuna arma. Ma per l'Occidente non c'è da fidarsi perché l'Iran ha più volte violato le restrizioni imposte dall'accordo nucleare vigente, in risposta alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e avrebbe accumulato abbastanza uranio arricchito da consentirgli di realizzare più di una bomba atomica. Trump lo aveva detto chiaramente che se i colloqui non avessero avuto successo, gli Stati Uniti avrebbero guidato un'azione violenta contro Teheran. Parole che hanno riacceso i timori di un conflitto in una regione già segnata da profonde tensioni. Khamenei parla dei negoziati durante una cerimonia in onore di Ebrahim Raisi, morto in un incidente in elicottero un anno fa. La Guida Suprema elogia il defunto presidente iraniano per non aver consentito ai nemici di trascinare l'Iran al tavolo delle trattative con minacce o trucchi e poi critica Washington: la parte americana, dice, dovrebbe evitare commenti insensati. Nelle stesse ore in Texas, il Segretario all'energia USA, Chris Wright, annuncia la produzione della prima bomba nucleare a caduta prodotta dagli Stati Uniti. .