Prima sì, dopo no, infine, la conferma definitiva. Il secondo round di colloqui sul nucleare iraniano dopo quello del 12 aprile in Oman, si terrà a Roma sabato prossimo. Ora è arrivata l'ufficialità. La scelta della Capitale, data quasi per certa lunedì, aveva poi perso vigore a causa della presenza in città in quegli stessi giorni del vicepresidente americano J.D. Vance. Nonostante questo, Teheran, alla fine ha dato il via libera definitivo. Un incontro cui parteciperanno l'inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, e il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, che prima di raggiungere l'Italia farà tappa in Russia. Tutto avverrà con la mediazione del Ministro degli Esteri dell'Oman, paese che continua a rivestire un ruolo centrale in questi negoziati. Anche questo round, però, si annuncia in salita. La proposta degli Stati Uniti all'Iran, secondo il giornale britannico Guardian, sarebbe quella di trasferire le scorte di uranio altamente arricchito in un paese terzo, come ad esempio la Russia, allo scopo di ridimensionare il programma nucleare civile di Teheran e impedire possa essere utilizzato per sviluppare armi nucleari. Per Teheran invece le scorte devono rimanere nella Repubblica islamica, sotto la supervisione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Posizioni distanti che non sarà facile conciliare. .