Sei mesi dopo, il Coronavirus è ancora una minaccia imminente per il Regno Unito. Lo racconta l'aumento del contagio che nelle ultime 24 ore ha visto quasi 5000 casi e che ormai cresce in maniera esponenziale. Lo raccontano la situazione negli ospedali, e la carenza di tamponi, quasi 200000 quelli processati ogni giorno, ma semplicemente non sono sufficienti a soddisfare la domanda. "Siamo ad un pericoloso punto di svolta" ammette alla Camera dei Comuni Boris Johnson. "Questo è il momento di agire" scandisce, annunciando nuove restrizioni che saranno in vigore per i prossimi sei mesi. Chiusura di pub e bar, ristoranti alle 22, l'estensione dell'obbligo di indossare la mascherina, invito a lavorare da casa per tutti coloro che possono, un'inversione a U rispetto a quanto chiesto fino ad oggi, riduzione a 15 persone il numero massimo di invitati matrimonio, rinviato il ritorno del pubblico agli eventi sportivi. Ci saranno controlli stringenti sull'applicazione della famosa regola del sei, ovvero del numero massimo di contatti sociali permesso. "Non è in alcun modo un lock down come quello che abbiamo vissuto in primavera. Nessuno lo vuole", sottolinea il Ministro, che in serata parlando alla nazione, però chiarisce. Il lock down totale chiesto da alcuni consulenti del governo non è ancora dunque escluso del tutto. Sono previste intanto multe salate. L'esercito è pronto a dare una mano in compiti di back up per consentire alla polizia di concentrarsi sulla sorveglianza. Mentre la Scozia annuncia misure ancora più severe, Downing Street cerca di tenere le mani libere nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare. Johnson, da parte sua, fa sfoggio di fiducia. "Ci sono sicuramente mesi difficili all'orizzonte", dice, ma non ho dubbi che ci saranno anche grandi giorni. L'autunno, però, è appena iniziato.