L'Europa, sta faticosamente provando ad affrancarsi dalla dipendenza dal gas Russo, e a farsi trovare pronta per l'inverno se Vladimir Putin chiudesse rubinetti. Le importazioni via terra da Mosca, si sono quasi dimezzate ma i fornitori, a cui si chiede più gas, hanno anche loro enormi problemi di diritti umani. Gli Emirati Arabi, a cui Emmanuel Macron concede tutti gli onori all'Eliseo, cacciano giornalisti attivisti. Proprio per riabilitarsi da una reputazione simile, l'Azerbaigian, ultima tappa della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha cercato di corrompere politici in tutta Europa. Il realismo delle nuove alleanze, porta L'Italia di fatto, a comprare il gas che l'Algeria non vende più alla Spagna sua cliente storica, perché Madrid si è schierata con il Marocco nella disputa sul Sahara occidentale. Algeri, si era anche astenuta sulla mozione ONU di condanna dell'invasione russa dell'Ucraina. Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, corteggia l'Egitto di Al Sisi, che ha promesso più rifornimenti anche all' Eni italiana. Nonostante il vergognoso insabbiamento dell'omicidio di Giulio Regeni. Infine, l'ambiguità della Turchia a cui l'Europa, ha già esternalizzato l'accoglienza dei profughi. Il protagonismo di Erdogan, auto candidatosi mediatore con la Russia, tra grano e idrocarburi, rischia di esporre i 27 nuovi ricatti. Mentre aumentano gli acquisti da partner di lungo corso, come la Norvegia, Israele e finché non saranno completate le infrastrutture per il gas liquefatto promesso dagli Stati Uniti, l'UE deve maneggiare con cura le nuove dipendenze con cui sta sostituendo quella dal Cremlino.























