Betlemme, Ramallah, Hebron e Gerusalemme Est: sono le città dove si sono verificati nelle ultime ore gli scontri più gravi. In Cisgiordania e a Gerusalemme Est i feriti palestinesi sono stati, secondo i dati della Mezzaluna Rossa, sessanta, venti i punti di conflitto secondo i dati dell’esercito israeliano. Due palestinesi sono rimasti uccisi nei due raid condotti da Israele nel nord della Striscia di Gaza. È stata la risposta al lancio di razzi da parte palestinese. Si aggiungono alle due vittime di venerdì nei territori. Alle violenze sul terreno si accompagna una situazione politico-diplomatica tesissima. Il Presidente palestinese, Abu Mazen, ha fatto sapere che non riceverà il Vicepresidente americano, Mike Pence. Intanto dal Cairo, la Lega Araba ha stabilito di chiedere all’Onu di adottare una risoluzione che respinga la decisione del Capo della Casa Bianca sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. Hamas, anche oggi, ha addossato a Israele la responsabilità dell’escalation, confermando che la scintilla dell’intifada è stata accesa e che continuerà.