Dopo quasi tre anni di duri, durissimi, a volte crudeli, lockdown il popolo cinese sta festeggiando in patria e all'estero l'inizio del nuovo anno lunare. Centinaia di milioni di persone, oltre 2 miliardi di viaggi prenotati solo on-line, hanno lasciato o stanno lasciando le grandi città per andare a trovare parenti e amici nelle province o semplicemente per godersi finalmente una vacanza, anche all'estero, e iniziare così con un po' di ottimismo l'anno del coniglio, simbolo nello zodiaco cinese di salute e prosperità. E mentre le autorità, da sempre restia a fornire dati ufficiali sul numero di contagi e decessi, comunicano 13.000 nuovi decessi nelle ultime due settimane, l'Organizzazione Mondiale della Sanità rassicura, oramai oltre l'80% della popolazione è stata contagiata, il pericolo di una nuova emergenza è pressoché escluso e così l'insorgenza di nuove eventuali varianti. E i cinesi sembrano in effetti aver abbandonato ogni preoccupazione anche se in migliaia fanno la fila davanti ai templi buddisti e se prima di intraprendere i loro viaggi fanno incetta oltre che dei tradizionali dolci e liquori, dei medicinali di base, antipiretici, antinfiammatori, che nelle province rurali sono praticamente introvabili. Dal Presidente Xi Jinping che assieme alla maggior parte dei dirigenti politici ha deciso di restare a Pechino, l'augurio al popolo che l'incubo della pandemia sia oramai archiviato per sempre e che l'anno del coniglio veda una Cina riaperta al mondo pronta a giocare il suo ruolo nella comunità internazionale. La Cina ha bisogno del mondo e il mondo della Cina ha detto Xi, ripetendo di fatto l'appello del Vicepremier Liu He a Davos, auspicando la fine delle tensioni politiche e la ripresa degli scambi commerciali.