Tempo fa veniva definita la mano del diavolo, addirittura a scuola i maestri Legavano, ai loro giovani allievi, l’intero arto sinistro dietro la schiena per indurre a usare la destra, la mano giusta, secondo loro. E non quella che deriva dal latino “mancus” significava: storpio, sfavorevole, funesto. Poi nel secolo scorso c'è stata la riabilitazione del mancinismo, con esaltazione della sua particolare creatività grazie alla prevalenza dell'emisfero destro del cervello, quello visivo e olistico, a tal punto che nel 1992 il club Lefthanders International istituì la giornata internazionale dei mancini, che ricorre oggi il 13 agosto e che, superstizione a parte, dovrebbe celebrare la loro rivincita. Rivincita in realtà per molti di loro passata attraverso i successi e il prestigio raccolto in carriera, come quello del genio di Leonardo da Vinci dalla cui mano sinistra sono nati disegni, progetti, quadri e sculture, entrati nella storia dell'umanità. Oppure gli studi e le scoperte di due scienziati, come Marie Curie e Albert Einstein. E poi la firma musicale di Paul McCartney uno dei Fab Four di Liverpool e la pietra miliare, Barack Obama, il primo presidente di origine afroamericana nella storia degli Stati Uniti. Tocco mancino probabilmente ancor più decisivo nello sport. Questione di mano e di polso nel tennis dove solo John McEnroe prima e Rafa Nadal sono stati capaci di trovare angoli e punti impossibili. Questioni di piede e di numeri 10 nel calcio con l'Argentina e il Barcellona comuni denominatori. Delle magie e dei successi Diego Maradona sono pieni i libri della storia del calcio. Di quelli di Lionel Messi c’è un continuo aggiornamento. Cadendo da dietro, trova il modo di segnare lo stesso, il gol del 2 zero...