"Una zona di morte da cui scappare". Gli inviati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ispezionando l'ospedale di al-Shifa, hanno messo appunto il piano per evacuare i 291 pazienti e 25 operatori sanitari rimasti imprigionati tra le mura dell'ultimo baluardo della salute dei palestinesi a nord della striscia di Gaza: l'ospedale di al-Shifa. I primi ad uscire da al-Shifa sono stati i neonati prematuri, finiti in incubatrici comuni durante l'assedio e la successiva caccia che gli israeliani hanno scatenato cercando il centro di comando di Hamas. Il 15 novembre erano 39, 30 quelli trasferiti in ospedali egiziani nelle ultime ore. E mentre continua il rimpallo di accuse tra palestinesi e israeliani su presunti crimini commessi dei soldati di Tel Aviv nell'evacuazione forzata dei pazienti dell'ospedale di al-Shifa, emergono altri segmenti della rete di tunnel sotterranei usati da Hamas, che secondo fonti di intelligence israeliana ha un suo comando strategico proprio nei sotterranei del più grande ospedale di Gaza. Nei report dei medici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità una struttura ormai fantasma con segni di spari e bombardamenti su tutti gli edifici e una fossa comune all'ingresso dove sono stati seppelliti i morti. Troppi per poter restare nei locali dell'obitorio.