E nel bel mezzo della tempesta virale mondiale del Covid-19 scoppia ora anche il caso OMS e la battaglia sanitaria diventa scontro politico tra Usa e Cina. Il terreno è l'Organizzazione Mondiale della Sanità di cui vengono messi in discussione il ruolo durante l'emergenza coronavirus. La Casa Bianca accusa l'agenzia ONU di informazioni tardive, di omissioni sulla gravità della pandemia, tutto per compiacere Pechino. Gli Stati Uniti accusano l’OMS di aver favorito la Cina, mentre il virus si diffondeva altrove. Per Trump l'Organizzazione è evidentemente filocinese e quindi annuncia “Noi sospenderemo il finanziamento”. Un colpo pesante, visto che gli Usa sono i primi contribuenti. Nel 2019 hanno versato oltre 400 milioni di dollari. Dopo Trump ecco Pompeo, ancora più pesante, “Forse Pechino sapeva tutto già da novembre e ha taciuto e l’OMS ha avuto le sue colpe. Per questo” ha aggiunto “gli Usa non daranno più fondi all'organizzazione se non ci sarà un reale cambiamento”. Teorie respinte con forza dalla Cina “Il nemico è il virus non siamo noi. L'origine del Covid-19 è una questione scientifica, non dovrebbe essere politicizzata”. Anche il direttore dell'Organizzazione ribatte con forza “Noi non abbiamo segreti. Non nascondiamo nulla a nessuno. Non appena abbiamo avuto informazioni le abbiamo diffuse a tutti i paesi e subito”. Massimo sostegno all’OMS da parte di Pechino, che ha deciso di donare altri 30 milioni di dollari all'agenzia dell'Onu. “Sostenere l'Organizzazione” ricorda il governo cinese “significa difendere i principi del multilateralismo e salvaguardare l'autorità delle Nazioni Unite”. Quello a cui si assise, insomma, è un vero scontro geopolitico con gli Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Australia, che chiedono addirittura un'indagine indipendente. Germania e Francia riconfermano la loro fiducia. Parigi ammonisce “La pandemia è la continuazione con altri mezzi della lotta tra potenze”.