Le Nazioni Unite invocano un'inchiesta internazionale credibile e indipendente sulle fosse comuni scoperte a Khan Yunis, nel sud della striscia di Gaza, dove la Protezione Civile palestinese ha rinvenuto oltre 300 corpi seppelliti nell'area dell'ospedale Nasser, teatro negli ultimi mesi di combattimenti violenti tra l'esercito italiano e i miliziani di Hamas. L'inchiesta, come afferma il responsabile per i diritti umani dell'ONU Volker Turk, è necessaria perché tra le vittime alcune sono state denudate, altre picchiate e altre ancora trovate con le mani legate dietro la schiena. Mentre tutto fa pensare a crimini di guerra, la cui responsabilità però è ancora tutta da attribuire, le forze di difesa israeliane smentiscono ogni possibile coinvolgimento, chiarendo che durante l'operazione nell'area del complesso ospedaliero sono stati esaminati i cadaveri sepolti dai palestinesi come parte di uno sforzo per localizzare gli ostaggi. Intanto sulla striscia di Gaza si allunga l'ombra dell'offensiva su Rafah, con Israele, che secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, si starebbe preparando ad evacuare, nelle prossime due o tre settimane, i civili proprio a Khan Yunis e in altre aree, dove verranno allestite delle tendopoli. Mentre la comunità internazionale spinge perché il premier israeliano faccio un passo indietro, la tensione cresce anche sul fronte nord con il Libano. Per la prima volta dall'8 ottobre gli uomini armati di Hezbollah, movimento sciita libanese alleato dell'Iran, si spingono in profondità attaccando una base militare israeliana al largo della costa di Acco, come risposta all'uccisione di un combattente del partito di Dio nel sud del paese, terra di confine dove altre bombardamenti della IDF hanno causato la morte di due persone, tra cui una bambina. Ancora una volta a pagare il prezzo più alto sono i civili.