Intensi combattimenti nelle ultime ore hanno fatto decine di morti tra i civili armeni, annuncia il Ministro degli Esteri di Teheran. Poche invece le notizie sulle vittime dall'Azerbaigian. Infuria la battaglia in Caucaso nell'autoproclamata regione autonoma del Nagorno Karabakh a maggioranza armena. L'Armenia denuncia la volontà azera di preparare una massiccia offensiva preventiva all'invasione e alla riannessione. Nelle ultime ore la battaglia si è spostata nei centri urbani coinvolgendo decine di civili, prima con un appello alle parti per fermare le armi, poi con una precisa richiesta alla Turchia di intervenire per il cessate il fuoco. A Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, alza il pressing su Ankara per sedare i venti di guerra nel Caucaso e impedire che il Paese della Mezzaluna Rossa coinvolga anche questa regione nella sua prova di forza contro la Federazione. Ankara respinge al mittente l'invito e sembra intenzionata a sostenere Baku nel recupero dei territori definiti ribelli. Non è un mistero che la contesa tra Russia e Turchia per la leadership nell'area di controllo energetico si giochi su diversi tavoli, seguendo conflitti etnico-religiosi territoriali come in Siria e Libia, ora nel Caucaso. Dopo l'Unione Europea, anche Angela Merkel ha attivato colloqui bilaterali per la ripresa della tregua. In tarda serata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a porte chiuse, una riunione d'urgenza per scongiurare la guerra e la destabilizzazione dei fragili equilibri del Caucaso.