Chiede il sostegno delle nazioni del mondo nell'assemblea generale dell'ONU, riceve conferma da una trentina di paesi guidati da G7 e Unione Europea. Zelensky in America deve combattere la fatica dei quasi 3 anni di conflitto che il suo paese sta affrontando dopo essere stato invaso dalla Russia, soprattutto deve convincere di poter vincere. I suoi alleati, coordinati dagli Stati Uniti del presidente Biden, siglano a New York l'impegno a sostenere in guerra e in pace la ripresa e la ricostruzione di Kiev, aiuti militari, di bilancio e umanitari. In continuità con quanto deciso al G7 in Puglia entro l'anno saranno lanciati prestiti straordinari per rendere disponibili al governo ucraino 50 miliardi di dollari di finanziamenti aggiuntivi, che verranno rimborsati con le entrate derivanti dalle immobilizzazioni degli asset russi confiscati. In sintesi sarà proprio Mosca a pagare ricostruzione e riarmo del paese che sta bombardando. L'annuale conferenza di coordinamento dei donatori si terrà in Italia nel 2025, giovedì invece Zelensky presenterà il suo atteso piano per la vittoria a Biden nello studio ovale, separatamente avrà un incontro anche con la vicepresidente Harris, candidata democratica alle prossime elezioni. Gelo invece con i repubblicani, nessun faccia a faccia con Trump secondo il quale Zelensky è un venditore che si rifiuta di concludere un accordo con la Russia e viene negli Stati Uniti solo per chiedere miliardi, né con lo speaker della camera Johnson. Il Pentagono è freddo sulla richiesta di autorizzare l'utilizzo di missili americani a lungo raggio a colpire in profondità il territorio russo, anche perché da Mosca Putin minaccia di cambiare unilateralmente le regole di ingaggio che dai tempi della guerra fredda hanno evitato un olocausto nucleare, considerando legittima la risposta a un attacco anche con armi convenzionali da parte di chiunque sia alleato con una superpotenza atomica.