Non potevano passare in sordina, in Austria, le frasi naziste pronunciate da Viktor Orbán sulla mescolanza della razza in centro Europa. D'altra parte quelle stesse frasi sono forse state ricalibrate ma di certo non sconfessate dal primo ministro ungherese. "Non ci sono basi biologiche, questo non è un problema razziale per noi, questa è una questione di cultura. Semplicemente la nostra civiltà dovrebbe essere preservata come ora", ha ribadito Orbán. La purezza non dunque della razza ma della cultura ungherese e del centro Europa più in generale. Una declinazione tutta persona del concetto di supremazia culturale. Declinazione che comunque a il cancelliere austriaco non è piaciuta. Passato in rassegna il picchetto d'onore, Karl Nehammer ha accolto Orbán a Vienna per colloqui bilaterali sulla migrazione, ha preso una netta distanza da quelle parole pronunciate al comizio in Romania. "Noi in Austria rifiutiamo, condanniamo con la massima fermezza qualsiasi forma di banalizzazione o relativizzazione del razzismo o persino dell'antisemitismo". La sua dichiarazione una durezza non isolata. Quelle frasi contro la mescolanza della razza hanno portato anche alle dimissioni di una fedelissima del premier ungherese per ciò che ha definito un puro discorso nazista, degno del primo ministro Goebbels, anima della propaganda nazista sotto Adolf Hitler.























