La situazione umanitaria a Gaza in questi giorni è la peggiore mai vissuta dall'inizio della crisi, quindi dall'8 di ottobre del 2023. Purtroppo siamo già oltre 70 giorni che dentro la Striscia non entra nulla. Quindi no cibo, no acqua, no medicine, no carburante, e questo chiaramente ha provocato un effetto che ha indebolito la nostra risposta umanitaria, quindi la capacità delle organizzazioni umanitarie di poter portare assistenza, ma la cosa principale, purtroppo, ha indebolito la salute e le condizioni psicofisiche della popolazione di Gaza, che ad oggi è allo stremo. Ci sono ad esempio intere famiglie che non mangiano da domenica. Questo vi posso dire. Nel caso migliore, forse, ci sono alcune famiglie che riescono a fare un pasto al giorno ma, attenzione, un pasto che prevede uno, due componenti, quindi che non so? Carboidrato? Fibra? Quindi cose minimal, poche calorie per chi è riuscito ancora a recuperare qualcosa. Ma la situazione è che la maggior parte inizia a essere giorni che non sta mangiando. Ad esempio noi abbiamo testimonianze di famiglie che hanno esaurito qualsiasi scorta e, in uno dei campi profughi dove lavoriamo, solamente ad esempio 2 famiglie su 500 hanno ancora dei residui di farina per poter cucinare. La nostra è una condanna piena rispetto a quello che sta succedendo, ovvero che da più di 70 giorni non entra nulla dentro la Striscia. Affamare la popolazione è un crimine di guerra, è vietato dal diritto umanitario internazionale, né tanto meno gli aiuti umanitari, possono essere oggetto di negoziati tra le parti in conflitto, ma sono un obbligo della forza occupante ed un diritto della popolazione civile. Okay, quindi quello a cui stiamo assistendo è un gravissimo crimine di guerra e chi lo compie ne deve rendere conto alla comunità internazionale. La comunità internazionale deve chiedere conto di quello che sta succedendo, perché creerà un precedente, un pericolosissimo precedente nei futuri conflitti. C'è un altro elemento che secondo me è molto grave del piano degli aiuti israeliano o umanitario, cioè il fatto che gli aiuti verranno distribuiti solamente in una parte della Striscia, cioè a Rafah, nella parte Sud. Quindi questo determinerà uno sfollamento forzato dell'intera popolazione, o meglio, della popolazione che riuscirà o vorrà andare giù, e avverrà dentro luoghi recintati, cioè si trasforma l'azione umanitaria, intanto in consolidamento dell'occupazione militare perché si sfolla la popolazione, e allo stesso tempo si rende la popolazione civile prigioniera. Questo riporta a delle epoche, a dei tempi grigissimi, bui del 20esimo secolo. Quindi la comunità internazionale da questo punto di vista deve tenere gli occhi aperti e esercitare la maggiore pressione possibile affinché ciò non avvenga e che anche Israele, e gli Stati Uniti in questo caso, ritornino alla legalità, alla modalità che la comunità internazionale fino ad oggi si è data per gestire le crisi umanitarie. .