Donald Trump non è un uomo da mezze misure, e così la prima fase dell'accordo per Gaza, circondata da cautele, titubanze e incognite, per il Presidente segna la fine della guerra, senza necessità di ulteriori distinguo. È l'ottavo conflitto chiuso da questa amministrazione in pochi mesi, esulta Trump. "Credo che in questo momento possiamo dire basta. Gaza sarà quindi un territorio nuovo, un territorio di prosperità, un territorio di ricchezza. Il successo diplomatico della Casa Bianca è innegabile, ma in molti si chiedono se Washington sia disposta a mantenere alte l'attenzione e la pressione sulle parti coinvolte anche nelle prossime fasi. Vedremo, dice Trump a proposito del disarmo di Hamas e dello stop ai bombardamenti israeliani. Sulla possibilità di un futuro Stato palestinese il Presidente non prende posizione, ma guarda già a un futuro in cui la Striscia, dice, sarà resa di nuovo vivibile, grazie anche al contributo di Paesi molto ricchi. Nessuno sarà obbligato ad andarsene, chiarisce. Domenica il Presidente sarà in Israele, dove gli inviati americani Steve Witkoff e Jared Kushner hanno già incontrato il Premier Netanyahu. Non vedo l'ora, commenta Trump, vogliono che intervenga in Parlamento, gongola, e intendo accontentarli. Anche i familiari degli ostaggi vorrebbero incontrarlo, e in agenda potrebbe essere aggiunta una tappa in Egitto, il Paese che ha ospitato i negoziati. Il mondo intanto plaude all'accordo e trattiene il fiato. Anche l'ex Presidente Barack Obama loda l'intesa, ma lo fa con un post in cui non cita mai Donald Trump. Lui ha vinto il Nobel per la pace, commenta il Presidente, ma non ha mai fatto nulla per questo Paese.























