Pakistan, Afghanistan, India, Kashmir, in poche ore i fragili equilibri dell'area sembrano scossi, come gli animi di Nuova Delhi e Islamabad per gli attentati subiti nelle capitali. Decine le vittime a Islamabad, dove un attentatore suicida ha forzato la sicurezza per entrare al Kakheri, il Tribunale Distrettuale, e si è fatto esplodere con un'auto seminando morte e panico, come oramai da tempo, non accadeva più in Pakistan. Per decenni le cronache hanno segnato attacchi kamikaze di matrice talebana. Il Ministro dell'Interno ha subito puntato il dito contro l'India e l'Afghanistan, ma la rivendicazione dei talebani, l'ex gruppo Tehrik Taliban attivi in Pakistan, ha smentito il Ministro. Il Comitato per la Sicurezza contro il Terrorismo ha così innalzato il livello alla massima allerta, massima allerta alle frontiere con Pakistan e Kashmir anche in India, dove il Comitato per la Sicurezza ha autorizzato poteri estesi alla National Investigation Agency, l'Agenzia Federale Indiana per le Indagini sul Terrorismo e per scoprire i colpevoli dell'attentato con un'autobomba che ieri ha fatto decine di vittime nelle strade di New Delhi. Una strage, un bilancio che potrebbe ancora peggiorare data la gravità delle ferite riportate nell'esplosione e nell'incendio successivo. Sin qui gli indizi della Polizia indiana indicano che l'uomo proprietario dell'auto esplosa, è un medico originario del Kashmir, morto anche lui nell'esplosione. Poche ore prima della tragedia il servizio di sicurezza indiano aveva arrestato altri due uomini, anche loro legati al Kashmir, che detenevano tonnellate di esplosivo in casa. Altri due sospettati sono stati fermati per un quadro indiziario che punta dritto verso la regione secessionista del Kashmir. .























