La speranza tra le macerie del mondo è la riflessione che il pontefice rivolge ai giovani, una speranza che favorisca loro l'orizzonte a cui guardare. Ad un anno dal cessate il fuoco, la fragilità e il rischio rimangono vicini in questa terra d'incontro e scontro, ferita e indebolita, alla ricerca di un difficile e precario equilibrio, evidente anche dalle misure di sicurezza ingenti messe in campo per la visita del pontefice. Le rovine del mondo, un'immagine che riassume tutto questo, soprattutto in questa terra e in questo momento. "Carissimi giovani, forse vi rammaricate di aver ereditato un mondo lacerato da guerre e sfigurato dalle ingiustizie sociali. Eppure in voi c'è una speranza. Voi avete un dono che spesso a noi adulti sembra sfuggire. Avete la speranza, avete il tempo". Le parole del pontefice sono spinta per il futuro per i tanti ragazzi libanesi. Avete l'entusiasmo per cambiare il corso della storia, ha detto loro Papa Prevost. La vera resistenza al male non è il male, ma l'amore, capace di guarire le proprie ferite mentre si curano quelle degli altri. La visita del pontefice in Libano ruota intorno alla speranza ad un domani di pace per il mondo, per il Libano e per tutto il Levante, come chiede, anzi implora con forza in una terra in cui spiega, paura, sfiducia e pregiudizio non hanno l'ultima parola, mentre l'unità, la riconciliazione e la pace sono sempre possibili. .























