Una Chiesa con uno sguardo diverso sul mondo. È quello che chiede il Papa ai vescovi italiani riuniti in Vaticano e ai responsabili del cammino sinodale nelle diocesi. La Chiesa non è dei preti e dei Vescovi, dice, ai laici siano date più responsabilità, il che non equivale a logiche mondane di distribuzione dei poteri ma lo scoprire i carismi degli altri. No a una Chiesa di pochi, incita Francesco, il clericalismo è una malattia, le parrocchie non siano dei club autoreferenziali ma comunità cristiane aperte. "Dovremmo domandarci quanto facciamo spazio, e quanto ascoltiamo veramente le nostre comunità, le voci dei giovani, delle donne, dei poveri di coloro che sono delusi, di chi nella vita è stato ferito, chi è arrabbiato con la Chiesa, fino a quando la loro presenza resterà una nota sporadica nel complesso della vita cristiana la Chiesa non sarà sinodale, sarà una Chiesa di pochi." Ma per Papa Francesco è stata una giornata particolarmente impegnativa, anche un messaggio in difesa del creato, con toni particolarmente duri e un incontro con Scholas Occurrentes, il movimento da lui stesso fondato di educazione che è diffuso in tutto il mondo. E nei giorni in cui l'Italia fa la conta dei danni causati dal maltempo provocato anche da uno stravolgimento del clima, Bergoglio lancia un appello: "Poniamo fine a questa insensata guerra al creato, politiche economiche che favoriscono, per pochi, ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado, decretano la fine della pace della giustizia. È ovvio che le nazioni più ricche, accusa, hanno accumulato un debito ecologico, sul clima si cambi rotta, cambino le politiche e cambino gli stili di vita.".