4.000 numeri della Civiltà Cattolica, il mensile dei Gesuiti. 150 anni del quotidiano La Stampa. Entrambe le ricorrenze hanno meritato un intervento del Papa. La rivista dell’Ordine dei Gesuiti pubblicherà il colloquio che Francesco ha avuto con i superiori generali degli Ordini religiosi e il Corriere della Sera fa un’anticipazione del testo, presentandola come un’intervista. In effetti, di domande e risposte si tratta, trascritte dal direttore della Civiltà Cattolica, Padre Antonio Spadaro. “C’è corruzione in Vaticano, ma vivo in pace” dice Francesco che, da quando è stato eletto Papa, è molto più tranquillo di quando era semplicemente l’Arcivescovo di Buenos Aires. “Nelle congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave tutti chiedevano riforme, ma io non prendo pastiglie tranquillanti” spiega divertito Bergoglio ai superiori generali. “Vivo un’esperienza molto particolare di pace che mi ha invaso dal momento dell’elezione e non mi lascia più”. “Gli italiani hanno un bel consiglio” continua Bergoglio. “Per vivere in pace ci vuole un sano menefreghismo, e io i problemi li scrivo in un biglietto che metto sotto la statuetta di San Giuseppe, che è in camera mia, e dormo tranquillo”. Parla poi del problema della pedofilia nel clero, Papa Francesco, e dice che va combattuta anche con la prevenzione. Non bisogna far entrare in diocesi sacerdoti o religiosi respinti altrove, senza indagarne il perché. Non si può far entrare nei seminari persone con problemi affettivi. Si tratta di malati e se nella pedofilia sono coinvolti i religiosi è chiaro che è all’opera il diavolo. Per i suoi 150 anni, al quotidiano La Stampa il Papa augura, insieme a tutti i media, di non dimenticare che in questo mondo ferito dal terrorismo, guerra, migrazioni, fame e senzatetto c’è anche un oceano di bene. E ironicamente aggiunge: “Se i media riportassero in modo accurato quello che faccio, avrei meno ragioni di twittare”.