La pandemia, il dolore, i malati, la scienza e una preghiera che attraversa il mondo e le fedi per arrivare al cuore di Dio, implorarlo perché finisca la strage planetaria da coronavirus. Papa Francesco incoraggia a partecipare alla giornata di digiuno e preghiera indetta per giovedì 14 a cui hanno aderito tutte le religioni mobilitate dall'Alto Comitato per la Fratellanza Umana, creato dopo la firma l'anno scorso ad Abu Dhabi del documento comune sulla pace mondiale del Papa e dell'Imam di al-Azhar, a cui poi hanno aderito altri leader religiosi. Invito e incoraggio tutti a unirsi a questo evento. Uniamoci come fratelli nel chiedere al Signore di salvare l'umanità dalla pandemia, di illuminare gli scienziati e di guarire i malati. Una preghiera perché la preghiera appartiene a tutti, dice Francesco nell'udienza generale, probabilmente anche a chi non ha religione perché la preghiera è una nostalgia. Nostalgia di un incontro, nostalgia di un tu con la lettera maiuscola che cambi e dà senso alla vita, un tu misterioso che incombe come presenza in tutta l'esistenza, se non si soffoca la domanda di vero, di bello, di giustizia che fa ardere il cuore, ma questo tu per i cristiani non è un mistero vago. Si è rivelato è una persona incontrabile, viva anche oggi nella comunità cristiana, è Gesù Cristo. Nella messa mattutina Francesco rivolge un'altra preghiera al Signore che protegga e aiuti studenti e insegnanti in questo tempo di pandemia. Preghiamo oggi per gli studenti, i ragazzi che studiano e gli insegnanti che devono trovare nuove modalità per andare avanti nell’insegnamento. Il Signore gli aiuti in questo cammino, gli dia coraggio e anche un bel successo.