Tutte le fedi unite nel mondo per un giorno di preghiera, digiuno e opere di carità per implorare da Dio la fine della pandemia, la guarigione dei malati e che gli scienziati vengano illuminati per trovare presto rimedi contro il coronavirus. Francesco ne parla nella messa mattutina. Tutti fratelli e per questo uomini e donne di ogni confessione religiosa oggi ci uniamo nella preghiera e nella penitenza per chiedere la grazia della guarigione di questa pandemia. Un'iniziativa proposta dal Comitato nato dopo che un anno fa il Papa e l'Imam di al Azhar, ad Abu Dhabi, hanno firmato un documento comune sulla fratellanza umana a cui hanno poi aderito altre religioni e alle accuse di fare con questo momento di preghiera un relativismo religioso, considerando uguali tutte le fedi, Francesco risponde così. Non si può fare. Ma come non si può fare pregare il padre di tutti. Ognuno prega come sa, come può, come ha ricevuto dalla propria cultura. E se questa pandemia è drammatica, non deve però far dimenticare, segnala il Papa, tutte le altre tragedie. Solo di fame, solo nei primi quattro mesi dell'anno, segnala Francesco, nel mondo sono morte tre milioni e settecentomila persone. Non sapevamo cosa fosse una pandemia, è venuto come un diluvio, è venuta in un colpo. Adesso ci stiamo svegliando un po’, ma ce ne sono tante altre pandemie che fanno morire la gente. E noi non ce ne accorgiamo, guardiamo da un'altra parte. Siamo un po' incoscienti davanti alle tragedie che in questo momento accadano nel mondo.