Papa in Belgio: nella Chiesa non c'è posto per gli abusi

Nell'ultimo giorno della sua visita in Belgio l'escalation in Medioriente è al centro della riflessione di Papa Francesco durante l'Angelus nello stadio di Bruxelles. "Chiedo a tutte le parti che si cessi immediatamente il fuoco in Libano, a Gaza, nel resto della Palestina e in Israele. Si rilascino gli ostaggi e si permetta l'aiuto umanitario". Circa 40.000 i fedeli, numeri indubbiamente diversi rispetto a quelli di altri paesi che ha visitato, come per esempio nel recente viaggio in Asia e Oceania. Poche bandiere per strada, pochi in città ad aspettarlo. Su questo potrebbe aver pesato lo scandalo pedofilia che ha travolto la Chiesa belga. Il Papa chiede pubblicamente scusa e torna con forza a dire: "Chiedo a tutti non coprire gli abusi, chiedo ai vescovi non coprire gli abusi. Il male non si nasconde. Il male va portato allo scoperto. Che si sappia. Come hanno fatto alcuni degli abusati. E con coraggio. Che si sappia e che sia giudicato l'abusatore". Altro tema che ha complicato il suo viaggio nel cuore dell'Europa il ruolo della donna nella Chiesa. Durante la messa del Papa manifestazione silenziosa di un gruppo di donne per chiedere il sacerdozio femminile. Durante l'incontro invece all'ateneo di Lovanio, guidato da una donna, studenti e professori hanno accusato "nella Chiesa le donne sono invisibili" per poi lanciare un appello alla Chiesa affinché segua un cammino senza discriminazione. Una visita che si conclude con l'annuncio dell'inizio del processo di beatificazione di Re Baldovino, elogiato perché nel '90 si dimise alcuni giorni pur di non firmare la legge sull'aborto definita da Bergoglio "una legge omicida". Tappe non facili segnate da discorsi con diverse aggiunte a braccio, quasi un andare oltre rispetto al testo per sottolineare la sensibilità dell'argomento e provare così a riportare tanti vicino ad una Chiesa che deve saper cambiare.