Gesti antichissimi, quelli che compie il rappresentante dei popoli nativi davanti a Papa Francesco, al Primo Ministro Justin Trudeau e alla Governatrice Generale del Canada, figlia di madre indigena. Dopo Edmonton, Francesco arriva in Quebec, dalla parte di lingua inglese a quella francese, ma il tema è sempre lo stesso. Anche qui Bergoglio chiede perdono ed esprime vergogna e dolore per il male compiuto da istituzioni ecclesiastiche verso i popoli autoctoni. Ma lancia anche messaggi più vasti, e se i temi sono universali, hanno un sapore particolare quando vengono letti guardando la situazione italiana. Il Papa parla anche dell'insensata follia della guerra. Cita le parole della scrittrice Edith Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz e che Francesco era andato a trovare a casa. La Bruck dice che la pace ha un segreto: non odiare nessuno. Non c'è bisogno, spiega Francesco con un chiaro riferimento alla guerra in Ucraina, di dividere il mondo in amici e nemici, di armarci fino ai denti, non sarà la corsa agli armamenti a portare pace e sicurezza e i popoli non possono diventare ostaggio di una nuova guerra fredda. "E parlando della colonizzazione subita dagli indigeni, Francesco attacca anche una forma di colonizzazione odierna, quella della cosiddetta "cancel culture", una moda, la definisce, che cerca di leggere il passato usando unicamente le categorie moderne. E questo è chiaramente un errore.".























