Non esiste una cultura superiore alle altre, la Chiesa deve liberarsi definitivamente di questa idea che in passato ha legittimato l'uso di mezzi di coercizione e di dominio. È durante l'ultimo appuntamento della giornata, ai vespri recitati con vescovi e clero dentro la cattedrale di Notre Dame a Quebec, che Francesco pronuncia queste parole che hanno il sapore di una risposta alle proteste avvenute la mattina dentro il santuario Sant'Anna, quando un gruppo di indigeni ha innalzato di fronte all'altare uno striscione per chiedere che il Papa abolisca la cosiddetta dottrina della scoperta, la bolla emanata nel 1452 da Papa Niccolò V, confezionata su misura per il Re del Portogallo e poi utilizzate anche da Cristoforo Colombo e che consentiva alle nazioni cristiane di annettersi i territori che scoprivano e dove non era arrivata la fede cattolica. In realtà però la Chiesa già da tempo ha rigettato quella dottrina. Giovanni Paolo II fece un mea culpa, Bergoglio nell'enciclica sull'amazzonia la condanna, e questo viaggio lo ribadisce. Durante la messa Francesco ha usato parole esplicite. Francesco parla anche della pedofilia, gli abusi sessuali commessi in Canada contro minori sono scandali che richiedono azioni forti e una lotta irreversibile, dice in cattedrale. Io chiedo ancora perdono a tutte le vittime. Il dolore e la vergogna che proviamo deve diventare occasione di conversione. Mai più. "E adesso manca solo una tappa a concludere il viaggio del Papa ma si tratta di una tappa davvero particolare. Con tre ore di volo Francesca arriverà a Iqaluit, soli 300 km sotto il circolo polare artico. Li vive una popolazione, gli Inuit, indigena. Sulla loro terra la temperatura di inverno può arrivare fino a meno 40 gradi.".























