I ragazzi venuti ad Atene da varie città lo accolgono con entusiasmo nella scuola San Dionigi. Francesco l'ultimo appuntamento della visita lo dedica a loro, i giovani. Risponde alle domande, li mette in guardia dalle sirene che, come tentarono il greco Ulisse, oggi tentano con altri volti. "In realtà le sirene di oggi vogliono ammaliarvi con messaggi seducenti e insistenti che puntano sui guadagni facili, sui falsi bisogni del consumismo, sul culto del benessere fisico, del divertimento a tutti i costi. Sono tanti i fuochi di artificio che brillano per un attimo e poi lasciano solo fumo nell'aria". Non è facile ribellarsi alle sirene, per farlo occorre, come Orfeo, intonare una melodia più bella, occorre alimentare lo stupore la bellezza della Fede, non siamo cristiani dice Francesco perché dobbiamo, ma semplicemente perché è bello. E proprio per custodire questa bellezza diciamo no a ciò che vuole oscurarla. Termina dunque il viaggio del Papa a Cipro e in Grecia e viene il tempo dei bilanci. Forse la chiave di lettura più adeguate è quella frase che ha pronunciato il Papa nell'aereo che ci portava a Cipro, a noi giornalisti quando ha detto, è un viaggio bello incontreremo anche delle piaghe. A Cipro Bergoglio ha alzato la voce contro i fili spinati e i checkpoint che la dividono in due dopo l'invasione turca. Ad Atene, dove è nata, ha messo in guardia contro l'arretrare della democrazia e l'avanzare di autoritarismi e populismi, a Lesbo ha gridato contro quanti in Europa si disinteressano dei migranti non ritenendoli un problema loro, mentre il Mediterraneo si trasforma in un terribile cimitero senza lapidi. Piaghe o più ancora come dice Francesco un vero crollo di civiltà.