Paese blindato per ragioni di sicurezza, strade chiuse, elicotteri che sorvolano Piazza dei Martiri a Beirut, cecchini posizionati sui tetti della città. Ma Papa Leone XIV, il caloroso benvenuto del popolo libanese arriva tutto a Beirut, a Naya, Harissa, Buquerque, dove una folla di fedeli consegna nelle mani del pontefice una appello per la pace, perché il Libano è ostaggio dell'instabilità, un luogo dove molti temono che si possa riaprire il conflitto tra Israele ed Hezbollah, ma molti altri si affidano alle parole del Santo Padre, che arriva come un messaggero di pace per portare speranza e benedizione in un momento di enorme difficoltà. La pace è il messaggio principale di Prevost, con il suo sostegno alla comunità cristiana, che resiste tra macerie e incertezze. Un sostegno volto ad incoraggiare i fedeli a celebrare la vittoria dell'amore sull'odio, del perdono, sulla vendetta, dell'unità, sulla divisione, perché il Libano, con il suo popolo che ha fatto della resilienza la sua cifra, rimanga un esempio di convivenza e pluralismo per l'Oriente e l'Occidente. .























