Una città che ha saputo costruire ponti al posto delle mura. Papa Francesco definisce così il Lussemburgo, prima tappa del suo 46esimo viaggio apostolico internazionale. Papa Francesco nel cuore dell'Europa per ribadire, ancora una volta, il suo no alle guerre e il sì alla pace, il sì all'integrazione, l'attenzione alla cura del Creato e all'ambiente. In Lussemburgo invita i paesi a trovare vie diplomatiche per risolvere i conflitti in atto nel mondo. "Purtroppo si deve considerare il riemergere anche nel continente europeo di fratture e di inimicizie che invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità con il loro seguito di distruzione e di morte. Sembra proprio che il cuore umano non sappia sempre custodire la memoria". Accoglienza e integrazione sono le parole che il Papa ripete anche nell'incontro nella Cattedrale di Notre-Dame. Fa sue le parole pronunciate da Giovanni Paolo II nella sua visita nel paese nel 1985 quando esortava i giovani a tracciare il cammino per un'Europa non solo delle merci e dei beni, ma dei valori, degli uomini e dei cuori. A queste frasi Bergoglio aggiunge il suo no a qualsiasi forma di esclusione. "Chiedo che sia sempre vigile l'attenzione a non trascurare le nazioni più svantaggiate, anzi che siano aiutate a risollevarsi dalle loro condizioni d'impoverimento. Questa è una via maestra per fare in modo che diminuisca il numero di quanti sono costretti a migrare, spesso in condizioni disumane e pericolose". Il viaggio prosegue in Belgio dove in molti attendono le sue parole, soprattutto sugli abusi nella chiesa. Una tappa che potrebbe essere non semplice per Papa Francesco.