I circa vent'anni trascorsi da Papa Prevost nel Nord del Perù, prima come sacerdote missionario e poi come vescovo, sono stati segnati dall'attività pastorale svolta nella comunità, soprattutto a sostegno delle persone più fragili e in difficoltà, ma sono stati anche altro: un lungo periodo di tempo caratterizzato da luoghi e persone che hanno scandito la sua quotidianità. Il luogo più importante è la Cattedrale di Santa Maria, il cuore della diocesi di Chiclayo, dove Prevost ufficiava la messa e incontrava i fedeli. Vicino a uno degli ingressi laterali della Basilica c'è il vescovado, ovvero dove risiede il vescovo. E al di là di quella porta si trova la stanza dove il futuro Papa alloggiava. A pochi metri dal vescovado, il ristorante di fronte alla Cattedrale occasionalmente frequentato da Prevost. Chi accoglie è Eduardo Montoya Altamirano, proprietario del locale, che ci serve, e spiega, il piatto tradizionale della cucina chiclayiana, il preferito del Santo Padre, sempre consumato a questo tavolo, quello con vista sull'ingresso principale della Basilica. Prevost trovava qualche volta anche il tempo di giocare a tennis, sua passione sportiva, in una struttura poco fuori dal centro di Chiclayo. Una quotidianità, la sua, fatta di abitudini, rituali e passioni, che ci restituiscono il ritratto di un pontefice estremamente umano. .