Sono accorse decine di migliaia a riempire lo stadio nazionale di Bangkok, non per un evento sportivo, ma per incontrare il Papa, venuto da lontano. Tra loro anche buddisti, incuriositi dalla fama di questo Pontefice. E per chi non è riuscito a entrare, nessun problema: sono stati allestiti maxi schermi in uno stadio vicino. Francesco gira in papamobile in entrambi per salutare i fedeli sugli spalti. È il primo incontro di Bergoglio con la comunità cattolica, piccola minoranza che non arriva all'1% della popolazione. In molti sono venuti anche dalle regioni più remote della Thailandia. E dei drammi della Thailandia parla il Papa all'omelia, affrontando anche la turpitudine del turismo sessuale, persino minorile, e Francesco sa che di quell'orrore si macchiano anche troppi italiani. E dei migranti il Papa ha parlato anche nel primo incontro della giornata, quello con il Governo e le autorità civili, e ha usato un'espressione che marcherà il suo pontificato. Ha detto che quello dei migranti non è innanzitutto un problema di ordine pubblico, ma un problema morale, uno dei principali della nostra generazione. La comunità internazionale protegga la dignità e i diritti dei migranti e dei rifugiati, dice Francesco. In gioco c'è il volto che vogliamo dare alle nostre società. E dato che il dialogo interreligioso è uno dei cardini di questa visita, Francesco, ancor prima della visita a re Rama X, incontra il patriarca supremo dei buddisti thailandesi, entrando con lui senza scarpe nel tempio. Se siamo fratelli aiutiamo la pace nel mondo, dice Bergoglio, e il patriarca risponde “farò di tutto per ricambiare, centuplicata, la sua bontà e amicizia”.