I suoi problemi fisici, Francesco non gli ha mai celati; del suo dolore al ginocchio ne ha parlato più volte in queste settimane, chiedendo scusa perché durante le udienze non si alzava a salutare i presenti. Adesso, per la prima volta, è arrivato ad un'udienza, quella con le superiori generali delle suore, sulla sedia a rotelle sospinto dall'aiutante di camera. Il medico ha ordinato a Bergoglio di non fare sforzi, di far riposare il ginocchio destro, al quale martedì è già stata fatta una infiltrazione per alleviare il disturbo. Ma le sue attività, Francesco, non le vuole fermare. In questo nostro tempo soffiano ancora i venti gelidi della guerra e della sopraffazione, ha scritto il Papa nel messaggio per la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, mentre continuano a far discutere le reazioni che arrivano dalla Russia. Alle parole sul conflitto in Ucraina, pronunciate da Bergoglio in un colloquio con il Corriere della Sera. Il patriarca di Mosca Kirill non può fare il chirichetto di Putin, aveva detto Francesco, e la risposta arriva netta e irritata. Il modo con cui il Papa di Roma ha dato conto del suo incontro via Zoom con il patriarca è errato, dice il patriarcato, a cui quella definziione, chierichetto di Putin, è apparsa particolarmente offensiva. In modo deplorevole, il Pontefice usa toni sbagliati. E anche dal Cremlino ci sono stizzite reazioni alle parole di Francesco, nonostante il Papa avesse anche detto, in quel colloquio, che ad aver acceso l'ira di Putin, probabilmente, era stato l'abbaiare della NATO alle porte della Russia. Ho chiesto a Putin più volte un incontro. Sono pronto ad andare a Mosca, aveva rivelato Francesco, aggiungendo che però, non aveva ricevuto nessuna risposta. Sono cose che si svolgono a livello diplomatico replica secco il Cremlino, intendendo che, poche parole dette ad un giornale, non sono il modo adatto per affrontare temi così delicati. Insomma, le parole di Papa Francesco, forse pronunciate in maniera un po' libera, segnano una tappa di raffreddamento nei rapporti diplomatici sia con il patriarcato di Mosca sia con il Cremlino.























