Abitualmente, prima della preghiera domenicale dell'Angelus, Papa Francesco commenta il Vangelo del giorno e, solo dopo la preghiera, parla dell'attualità. Questa volta, no. Troppo preoccupante la situazione in Ucraina, troppo concreta, troppo vicina si fa la minaccia nucleare. E allora, invece di commentare la Parola di Dio, Bergoglio si fa interprete di quello che Dio stesso vuole: un immediato "cessate il fuoco" e l'apertura di seri negoziati di pace. "Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. E che dire del fatto che la umanità si trova, nuovamente, davanti alla minaccia atomica? È assurdo". La guerra è una pazzia, la guerra è un errore e un orrore, dice il Papa, che dopo aver deplorato le annessioni territoriali contrarie ai principi del diritto internazionale, si rivolge direttamente a Putin e a Zelensky; ai potenti delle altre nazioni domanda di non lasciarsi coinvolgere in una escalation nucleare che potrebbe avere conseguenze catastrofiche a livello mondiale. Il mio appello si rivolge, innanzitutto, al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare anche per amore del suo popolo questa spirale di violenza di morte. D'altra parte, sono addolorato per l'immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell'aggressione subìta, faccio un altrettanto fiducioso appello al presidente dell'Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace".