Secondo le associazioni che assistono i migranti a Parigi esistono due France in materia di accoglienza: quella efficiente per i cittadini ucraini e quella sommersa dalla burocrazia per le altre nazionalità. Le proteste contro il sistema di accoglienza a due velocità sono iniziate a marzo, da quando la capitale ha aperto un nuovo centro per la gestione degli arrivi dall'Est Europa. Questo è uno spazio nella periferia Sud-Ovest di Parigi dove vengono accolti i cittadini ucraini, uno spazio di accoglienza interamente dedicato a loro. Al tempo stesso ufficio amministrativo e albergo temporaneo, è qui che circa 60 mila ucraini hanno ricevuto, ad inizio guerra, il permesso di soggiorno per protezione temporanea. Strumento attivato per la prima volta dall'Unione Europea in occasione del conflitto ucraino. Un permesso che dà subito diritto al lavoro e all'assistenza sanitaria, a un alloggio e ai mezzi di trasporto gratuiti per raggiungerlo. Nulla di simile era mai stato organizzato, neppure per i rifugiati siriani o afghani. Per ottenere lo status di rifugiato sono necessari in media nove mesi. Intanto, con la diminuzione degli arrivi dall'Ucraina e il rientro di molte famiglie nel paese, solo il 50% dei posti letto del centro di accoglienza dedicata ai cittadini ucraini è occupato ma i posti liberi non vengono destinati alle altre persone in attesa di un alloggio, e mentre il comune parigino rinvia la responsabilità allo Stato, la Prefettura fino ad ora ha risposto dicendo che questo nuovo tipo di accoglienza è stato creato solo per chi beneficia di una protezione temporanea, dunque cittadini ucraini, per evitare di sovraccaricare le strutture preesistenti di accoglienza. "Il problema è che il sistema di alloggio d'urgenza è saturo, sono centinaia le persone che ogni giorno chiamano il numero 115 e non ottengono una soluzione per la notte e quello che chiediamo, in quanto associazione, è che questo tipo di accoglienza ... L'esistenza di un centro di prima accoglienza sia reso perenne e aperto a tutte le altre persone di altre nazionalità".























