L'accusa è pesante: Marine Le Pen avrebbe deviato dal budget del Parlamento Europeo €6,8 milioni, fondi utilizzati per finanziare il suo partito politico. Si tratta del caso dei finti assistenti del Front National, ora Rassemblement National. Appropriazione indebita di fondi pubblici europei: questa l'accusa per la quale deve comparire in tribunale a Parigi insieme con altre 26 persone. La leader del partito di estrema destra francese rischia 10 anni di prigione, €1 milione di multa e fino a 5 anni di ineleggibilità, abbastanza per compromettere le sue ambizioni presidenziali in vista del 2027. L'inchiesta a carico del partito è stata aperta nel 2015. Secondo i magistrati tra il 2004 e il 2016 il suo partito avrebbe utilizzato i fondi europei messi a disposizione dei deputati per assumere assistenti a sostegno del proprio lavoro tra Bruxelles e Strasburgo per pagare invece il personale del partito a Parigi. Un vero e proprio sistema strutturato e centralizzato, dicono gli inquirenti portato avanti dai dirigenti del partito in quegli anni sommerso dai debiti. Oltre a Le Pen tra gli imputati 11 ex eurodeputati, 12 assistenti e 4 collaboratori del partito. A causa del suo stato di salute non sarà in aula il padre di Marine, Jean-Marie, 96 anni, fondatore del Front National. Marine Le Pen ha sempre negato le accuse e si considera perseguitata dalla giustizia ma ha assicurato che si presenterà in tribunale come previsto.