L'aveva giurato è spergiurato il premier britannico Boris Johnson che nessuna regola durante il lockdown era stata violata a Downing Street. E quando le prime prove erano spuntate, con inviti scritti a portare da bere, è andato in Parlamento a dire che era tutto successo a sua insaputa. Fino alle foto che l'hanno immortalato, nonostante le restrizioni, seduto circondato da assistente e dalla moglie Carrie in quella che, secondo Scotland Yard, non è evidentemente stata una riunione di lavoro. Di qui la multa, per lungo tempo temuta e ora realtà, che fa di lui il primo leader britannico in carica ad essere sanzionato per aver violato la legge. Insieme a lui è stata multata anche sua moglie e il cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak, in altri momenti ritenuto un possibile successore di Johnson ma ora in seria difficoltà per una questione di tasse non pagate dalla moglie. Nell'ultimo mese e mezzo la guerra in Ucraina ha contribuito a ridimensionare di molto la portata del cosiddetto "party gate", allontanando lo spettro della sfiducia da parte del partito. E Johnson si è fatto apprezzare per il suo decisionismo e per esserti dimostrato uno degli alleati più importanti del presidente ucraino. I due si sono incontrati solo pochi giorni fa a Kiev. Il fatto che però la polizia abbia multato il primo ministro riguardo un tema così sentito da milioni di britannici e che abbia deliberatamente mentito in Parlamento, fa chiedere nuovamente al leader dell'opposizione Keir Starmer le sue dimissioni. Dimissioni chieste anche dalla leader scozzese Nicola Sturgeon. La settimana prossima tornerà a riunirsi il parlamento dopo la pausa pasquale e per Johnson saranno altri giorni difficili.