Conclusa la pausa pasquale dal sapore di tregua, alla Camera dei Comuni si torna a battagliare con più vigore di prima; perché dal 12 aprile scorso il Regno Unito ha, per la prima volta nella sua storia, un Primo Ministro sanzionato dalla polizia mentre è in carica per aver violato la legge. E altre multe potrebbero piovere sulla sua testa nei prossimi giorni in merito al cosiddetto Party Gate. Di qui, le rinnovate scusa di Boris Johnson alla Camera, tutt'altro che intenzionato a dimettersi. Basteranno le scuse al Primo Ministro per evitare di perdere la leadership dei Conservatori e di conseguenza la guida del Governo? Le circostanze stavolta farebbero pensare di sì anche se Johnson dovrà affrontare settimane molto difficili davanti a sé. É altamente improbabile che il partito conservatore decida di impallinare il proprio leader con la guerra in Ucraina in corso, elezioni locali alle porte, il carovita che morde e, soprattutto, chi prenderebbe il suo posto? Un nome sul quale convergere, i Tories al momento non ce l'hanno. Il cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak, che ad un certo punto era dato come il più probabile a traslocare dal numero 11 al numero 10 di Downing Street, è stato multato a sua volta per aver violato anche lui, insieme al Premier, le regole anti-covid durante il lock-down e ha dovuto affrontare settimane di critiche e una pessima stampa a causa di altri vicende personali, come le tasse non pagate dalla moglie miliardaria che ancora legalmente detiene un passaporto indiano e risulta non residente in questo Paese. Giovedì la Camera valuterà se indagare o meno il Primo Ministro per aver mentito al Parlamento. Intanto, per il leader dell'opposizione Keir Starmer non ci sono dubbi: quelle scuse contorte sono una barzelletta. Johnson, dice Starmer, è un disonesto e si deve dimettere.























