E' un piccolo segnale per un burocrate, ma un balzo gigantesco per milioni di persone. Da ieri, gli Stati Uniti si sono aggiunti alle ristretto gruppo di paesi del mondo, che permettono l'emissione di passaporti, che riconoscano la fluidità di genere del proprietario. Niente più solo maschio o femmina, insomma, chi non si riconosce nelle categorie binarie può vedere certificata sul suo documento una bella X. In tema di diritti civili, l'attuale amministrazione è la più moderna nella storia americana, è la prima ad avere un membro del Governo dichiaratamente omosessuale, e ha istituito la giornata nazionale della visibilità dei transgender, reinstaurando la figura dell'inviato diplomatico, per i diritti della comunità LgbtQ, decaduta sotto il precedente esecutivo. La X sul passaporto, che dall'anno prossimo potrà essere usata anche su altri documenti, non conferisce nuovi status giuridici ne particolari diritti. Ma riconosce identità dei transgender, senza che questi debbano dimostrare alcunché. Finora, infatti, in almeno 14 stati era necessario produrre una prova di chirurgia genitale, per vedere aggiornati i propri documenti. Si stima che in tutti gli Stati Uniti, le persone che non si riconoscono nella dicotomia di genere, siano tra i 1 e i 4 milioni, e simili passaporti sono già previsti in altri paesi. Dal Canada, alla Germania fino a India, Nepal e Pakistan.