Come avrebbe potuto passare inosservata la presenza del neoeletto Vicepresidente americano, ultraconservatore e contrario ai diritti dei gay, nel teatro di Broadway, in cui andava in scena un musical dal cast multietnico, con l’attore principale, Javier Muñoz, gay e sieropositivo. Infatti, ad accogliere il suo ingresso in sala, tra pochi sparuti applausi, un lungo boato di disapprovazione, dimostrazione – l’ennesima – della guerra aperta tra l’élite newyorkese e la presidenza Trump. Della presenza tra gli spettatori di Mike Pence non poteva non accorgersi il cast di Hamilton, il primo musical della storia a essere insignito del Premio Pulitzer, costo dei biglietti che supera gli 800 dollari. Quando il sipario cala, uno degli attori mette in scena un monologo fuoriprogramma, rivolgendosi proprio al Vicepresidente: “Le diamo il benvenuto, la ringraziamo davvero per essere qui con noi. Noi siamo l’America diversa, quella preoccupata che la nuova amministrazione non proteggerà noi, il nostro pianeta, i nostri bambini, i nostri genitori, e non difenderà i nostri diritti inalienabili. Speriamo che questo spettacolo l’abbia ispirata a sostenere i nostri valori americani e che lavorerà per tutti noi”. Ma il monologo non piace a Trump, che su Twitter difende il suo Vice e attacca il cast: “Il nostro meraviglioso Vicepresidente ieri è stato molestato e non dovrebbe succedere. Il teatro dovrebbe essere un posto sicuro. Il cast di Hamilton è stato maleducato con un uomo buono: si scusi!”. Dopo poche ore la replica dell’attore: “La conversazione non è molestia – scrive Victor Dixon. Ho apprezzato che Pence si sia fermato ad ascoltare”. Poi l’invito del produttore dello spettacolo: “A differenza del suo predecessore, Obama, che ci è stato due volte, Trump non ha mai visto Hamilton. Saremmo felici di averlo qui”.