Per i mujahidin forze Nato principale problema Afghanistan

15 apr 2021
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Nell'ovest dell'Afghanistan il gruppo Talebano guidato dal Mullah Manan Niazi controlla le aree circostanti la città di Herat, i suoi mujahidin pesantemente armati ascoltano silenziosamente il suo discorso. La guerra non si ferma giorno e notte i nemici sono sempre in agguato, in primis la Nato che nella provincia è rappresentata dalle Forze Italiane. "Gli Italiani li abbiamo attaccati e fatti esplodere molte volte, abbiamo sconfitto tutti gli Imperi, gli Inglesi, i Russi e ora anche la Nato, siamo più forti abbiamo combattuto 15 anni contro l'occupazione sconfiggendola, non li vogliamo più qui, se ne devono andare". Il Mullah Manan ha deciso di separarsi nel 2015 dal gruppo principale di Talebani che negoziano oggi a livello Internazionale per porre fine alla guerra decennale nel paese. "I Talebani che negoziano oggi con l'occupazione non sono veri Talebani e non rappresentano ne l'Emirato Islamico dell'Afghanistan ne la popolazione Afghana, sono delle marionette di altri Stati, non ci sarà la pace proprio per questo, l'Emirato Islamico ha combattuto per 25 anni contro gli invasori e per proteggere la popolazione, solo un vero Regime Islamico riporterà serenità alla popolazione." Afghanistan tomba degli Imperi siamo la nazione più fiera e il mondo lo deve accettare, canta questo Nashi una canzone religiosa, oggi la fazione di Manan combatte su più fronti, secondo lui, per difendere l'umanità e implementare le leggi di Dio, valori imprescindibili dell'essere Talebano, ma troppi anni sono passati, la pace per i giovani Talebani è pura immaginazione, sarebbero pronti a dimenticare tutto pur di assaporarla. "Combatterò contro l'occupazione Nato e gli altri Talebani fino alla fine perché sono il nostro pericolo maggiore, ma sono felice se la pace arriverà, spero che un giorno in Afghanistan nessuna madre debba piangere un figlio e nessun figlio perdere una madre." Sebbene divisi i Talebani movimento di resistenza per eccellenza, rimangono superiori militarmente all'Esercito Governativo se la fazione del Mullah Manan può contare migliaia di sostenitori soprattutto nell'ovest del paese, il gruppo principale rappresentato dalla dirigenza Talebana a Doha controlla la maggior parte del paese. A pochi km da Kabul in uno dei luoghi dove gli scontri tra Talebani ed Esercito Governativo sono più violenti, i Talebani del Comandante Malouin Saber difendono il loro distretto dagli attacchi del nemico. Per il Comandante la pace è una prerogativa ma ad alcune condizioni. "Nel 2001 ho lasciato gli studi per unirmi alla jihad contro l'occupazione Americana, era ed è tutt'ora un nostro dovere religioso, se la pace arriverà e verrà instaurato nuovamente un Emirato Islamico saremo di nuovo fratelli dimenticheremo tutto ma le forze straniere devono andarsene. Molti dei suoi ragazzi hanno sacrificato la loro vita per unirsi alla resistenza ma sono stanchi della guerra. "Sette anni fa mi sono arruolato con i talebani dopo la scuola ho sempre voluto combattere contro gli stranieri molti di noi hanno perso amici e familiari a causa loro, difenderci per instaurare un Governo Islamico nel paese e riportare la pace e la fratellanza è un nostro dovere religioso." Dall'altro lato della linea del fronte a poche centinaia di metri dalla postazione talebana i poliziotti del governo Afghano faticano a tenere le linee e le strade principali, un distaccamento pattuglia l'ultimo punto controllato dal governo bersagliati da fucili laser dei mujahidin talebani. "I Talebani sparano ogni notte ieri abbiamo perso un uomo hanno armi moderne con i laser e ne approfittano, mostrarsi con la divisa in queste aree è pericoloso, potrebbero uccidere la mia famiglia per indebolirmi ma sono nella polizia per difendere il mio paese e la mia gente." Uno di loro ha perso un padre e due zii giustiziati solamente perché lui si è arruolato nei Corpi Speciali dell'Esercito ma per la pace è pronto a dimenticare tutto. "Sono tornato qui per combattere e per prendermi cura della famiglia, i Talebani dell'altro lato li conosco, veniamo tutti da qui e se la pace arriverà faremo come durante i cessate il fuoco precedenti, ci siederemo allo stesso tavolo." Se Mujedin Talebani e soldati si possono contare tra le più grandi vittime del conflitto in corso, i civili subiscono atrocità da anni, inermi e in silenzio, soprattutto nelle province chiedono in larga maggioranza la partenza della NATO vista dalla gran parte degli Afghani come la principale causa di tutti i problemi del paese. "Due anni fa l'Esercito del Governo e gli stranieri hanno bombardato il villaggio, sono arrivati con i soldati uccidendo 8 persone innocenti, dovremmo anche noi cominciare a combatterli, ma la nostra speranza è la pace e quando arriverà saremo felici. Ma indimenticabile sarà il momento della partenza dell'occupazione Nato, abbiamo educato i nostri figli a combatterli. Tre anni fa i soldati del Governo e gli stranieri hanno distrutto la mia casa uccidendo sette persone della mia famiglia, accusandoci di essere Talebani, ancora oggi non riesco a dormire, quando la pace arriverà perdonerò tutti ma le Truppe Nato sono il nostro incubo, sono venuti solo per ucciderci e per fare la guerra devono andarsene." A complicare le cose il Governo poco rispettato e diviso internamente sostiene Milizie illegali insieme ai Servizi Segreti tutto questo senza dimenticare la presenza di gruppi estremisti come lo Stato Islamico, una fine pacifica sebbene le prospettive sembrino positive, con il ritiro delle Truppe Nato e un accordo fra Talebani e Governo Afghano non sembrano portare la pace, il paese diviso e le basi per un nuovo conflitto civile sembrano esserci tutte.

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